Altinate


Il Territorio -- Aspetti Storici -- La via Annia -- La via Claudia Augusta -- Altino -- L´antica Melidissa-Cittanova Eracliana -- Equilium - Cavazuccherina (Jesolo) -- San Donà di Piave


Il Territorio
La zona dell´altinate la identifichiamo come quella compresa fra i fiumi Dese, Sile e Piave
Essa comprende alcuni comuni della bassa trevigiana come Mogliano Veneto, Casale sul Sile, Roncade e quelli in provincia di Venezia come Quarto d´Altino, San Donà, Jesolo, Marcon, Meolo, Musile di Piave e quelli facenti parte del bacino di bonifica del Basso Piave.
Il territorio è pianeggiante e ricavato, per la maggior parte, dalle grandi opere di bonifica cui è stato sottoposto per secoli, caratteristica questa che lo accomuna con il Veneto Orientale.
La zona vicino a Quarto d´Altino, compresa fra il Sile e i fiumi Zero e Dese è sottoposta a vincolo per la presenza di alcuni siti di interesse storico come la zona archeologica di Altino ed ambientale per la presenza del "Parco naturale regionale del Fiume Sile" e soprattutto della Laguna Veneta.
Il Sile, che nell´ultimo tratto attraversa il territorio Altinate, presenta luoghi d´interesse naturalistico notevoli, come l´Ansa di S. Michele Vecchio dove sono ancora visibili resti di paludi perifluviali e boschi riparali un tempo diffusi lungo tutto il corso dei fiumi di pianura, o l´Oasi di Trepalade
Da sempre il Sile rappresenta una ricchezza per i territori che attraversa, infatti, i romani per sfruttarne le potenzialità costruirono il canale Siloncello per collegarlo ad Altino e l´Adriatico.
Il Sile è il fiume di risorgiva più lungo in Europa e nasce vicino a Vedelago ( circa 15 da Treviso) dai cosiddetti fontanassi, situati al confine tra le località di Casacorba e Levada di Piombino Dese.
Il più famoso è il fontanasso dea coa longa, ufficialmente considerato come sorgente del fiume.
Una volta bagnata Treviso, il Sile piega in direzione sud-est verso la Laguna Veneta per sfociare sull'Adriatico.
Prima del 1683 il fiume sfociava a Portegrandi ma successivamente la Serenissima ne deviò il corso tramite il canale taglio del Sile trasferendone le acque sul vecchio letto del Piave (per cui l'ultimo tratto è detto anche Piave Vecchia), a sua volta deviato più ad est.
Attualmente l'intero corso del fiume è protetto dal "Parco naturale regionale del Fiume Sile", ed è caratterizzato da uno dei percorsi ciclo pedonabile più belli e meglio conservati di tutto il Veneto.
Il Piave in questi territori ha da sempre determinato la conformazione del paesaggio soprattutto in coincidenza delle sue grandi alluvioni come quella del 1100 e il suo nome si associa familiarmente alla Grande Guerra.
Anche il Piave nella zona di San Donà è area protetta con l´istituzione del "Parco Fluviale di San Donà di Piave", con angoli di notevole fascino e un patrimonio boschivo di particolare interesse.
Come quello del Sile, anche questo parco può essere percorso in bicicletta.

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Aspetti Storici
La storia che caratterizza l´Altinate è particolarmente interessante perché strettamente legata alla nascita della città di Venezia.
Uno dei luoghi più importanti è sicuramente quella circostante l´antica "Altinum", storico municipium romano e primo grande porto in Laguna, incrocio delle antiche vie romane Annia e Claudia Augusta.
La prima congiungeva l´odierna Adria con Aquileia, mentre la seconda da Altino, attraverso le valli venete, portava in Trentino e quindi attraversando l´odierna Merano conduceva ad Augusta Vindelicum sulle rive dal Danubio.
Anche Eraclea e Jesolo, nate dopo la fine di Altino, rivestono una certa importanza storica rilevante anche se le loro vicende sono legate più alla Serenissima che al mondo romano.

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La via Annia:
Fatta costruire nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo, collegava Adria ad Aquileia, attraversando i territori dei tre importanti centri di Padova, Altino e Concordia.
Vicino a Mestre la strada costeggiava la laguna, mentre nel tratto che da Altino portava a Concordia, ripercorreva un preesistente sistema viario paleoveneto.
La Via Annia fu utilizzata fino al periodo tardo imperiale e di essa rimangono poche testimonianze visive, come il tratto che si può osservare nei pressi del museo Archeologico Nazionale di Altino.
Dell´ antico tracciato stradale della Via Annia sono testimonianza quattro miliari rinvenuti fra le province di Padova e Venezia posizionati nelle località di Stanga (Pd), Dolo (Ve), Campalto (Ve) e Quarto d'Altino o i resti di due piloni e delle testate di un ponte a tre arcate a Ceggia (Ve), dove la strada ripartiva per raggiungere Concordia Sagittaria ed Aquileia.
Altre testimonianze della Via Annia si possono riscontrare nelle vicinanze di San Giorgio di Nogaro (Ud) dove sono state rinvenute due miliari della metà del IV sec. d.C.
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La Via Claudia Augusta:
La Via Claudia Augusta ,voluta dall'imperatore romano Claudio, che da Altino portava fino all'attuale Ausburg, rese Altino e il suo porto uno dei centri più importanti dell'intera regione in quanto collegava l´Adriatico ai paesi danubiani.
Attualmente la strada e tuttora percorribile dall'abitato di Quarto d'Altino, per un buon tratto, in direzione di Altino.
Tratti della via romana sono riconoscibili nell'attuale via Claudia Augusta nei comuni di Roncade e Silea.
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Altino:
Per certi aspetti è considerata la "madre" di Venezia, fu importante porto romano sull´Adriatico, sin dal II secolo A., dove le navi vi facevano scalo per poi inviare le merci, attraverso la strada Claudia Augusta, nelle regioni germaniche.
Prima dell'avvento dei Romani sul territorio erano presenti i Paleoveneti (Euganei) ai quali si sovrapposero altri popoli, quali gli "Heneti" della Paflagonia (Asia minore, attuale Turchia, fuggiaschi dalla città di Troia).
La colonizzazione romana iniziò nel II secolo a.c. e si completò definitivamente fra il 49 e 42 a.C.
Alla fine del I secolo a.c. l´imperatore Augusto suddivise l´Italia in undici circoscrizioni e Altino entrò a far parte della Decima Regio, comprendente le zone di Venetia et Histria, assumendo un ruolo molto importante.
Agli albori del Cristianesimo Altino divenne sede vescovile e il suo primo vescovo fu S.Eliodoro nativo del luogo.
La decadenza economica e culturale della zona, iniziò alla fine del II sec. d.C. con la riduzione dei traffici e dei commerci causa il ripetuto cambiamento dell'ambiente palustre e lagunare che comportò anche la modifica del percorso della Via Annia.
Furono però le invasioni degli Unni del 452 d.C. (distruzione da parte di Attila) e successivamente quella dei Longobardi nel 568 a determinarne il rapido ed inesorabile declino.
Gli altinati insieme alle vicine popolazioni frustate dai saccheggi barbarici, trovarono riparo nelle isolette della laguna (Torcello), dove gli invasori non potevano arrivare in quanto pessimi marinai, dando vita al primo nucleo abitativo da cui sorgerà Venezia.
Di Altino, tutto ciò che rimane è collocato nel museo Archeologico Nazionale di Altino contornato anche da importanti scavi.
Dall´ antica Altino trae origine il nome dell´attuale capoluogo comunale, Quarto d'Altino, chiamato così perché dista un quarto di miglio dall´antico insediamento romano.
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Eraclea, l´antica Melidissa-Cittanova Eracliana:
I primi insediamenti nella zona risalgono all'Alto Medioevo quando (Altino è ormai decaduta), a seguito delle invasioni barbariche, gli abitanti dell'entroterra e delle città poste lungo la via Annia, furono costretti a cercare rifugio nelle zone lagunari.
L´insediamento di Melidissa (dal greco meliedés, cioè "luogo dolce come il miele"), fondato dagli abitanti dell´attuale Oderzo tra le foci del Piave, era separato dalla terraferma da acque profonde che costituivano un´eccellente barriera difensiva nei confronti dei barbari invasori.
Nel 579 Melidissa divenne città vescovile, e poco più tardi venne inquadrata nella eparchia Annonaria bizantina, e successivamente fu sede del distretto della Venezia marittima, dipendente dall'Esarca di Ravenna.
Nel 589, la zona fu sconvolta da una spaventosa alluvione del fiume Piave che mutò la geografia dell´area congiungendo la città alla terraferma.
Verso la metà del VII secolo, Melidissa era già divenuta la città maggiore della zona.
Nel 628 la città cambia nome e in onore dell´imperatore bizantino Eraclio chiamata Heracliana e nel 697 divenne capitale del nuovo Ducato di Venezia, circoscrizione amministrativa e militare dell'Esarcato d'Italia.
Nel 741 d.C. l'ennesimo scontro tra Eraclea e Equilio, presso la Torre del Caligo, mostrò l'insostenibilità della città come capitale, costantemente minacciata sia dai Longobardi che dai Venetici.
L´anno successivo la capitale venne trasferita a Metamauco, l´attuale Malamocco.
Nell´805, con speranza di placare le mira su Venezia da parte del nuovo Re d'Italia Pipino, il doge Obelario Antenoreo distrusse sia Eraclea che Equilio, radendone al suolo le mura, tuttavia quattro anni dopo, quanto restava della città fu cancellato dai Franchi.
Eraclea fu ricostruita dai veneziani, dopo che la capitale era stata spostata a Rivolto (Rialto), e chiamata "Civitas Nova Heracliana" (Nuova Città di Eraclea).
Nel 900 i veneziani, per difendere la zona costruirono un sistema di torri di avvistamento: Torre da Mosto, Torre dei Mossoni, Torre di Fine, Torre de Mezo e Torre del Caligo.
Nel 1100, la grande alluvione del Piave trasformò la zona in una palude malarica e questo decretò la fine della città.
Tra il 1543 e il 1664 l'area fu interessata dalle imponenti opere idrauliche ordinate dalla Repubblica di Venezia per evitate l'impaludamento della sua laguna con la deviazione del fiume Piave, fatto a sfociare in un lago artificiale d'acqua dolce nei pressi di Cittanova chiamato Lago della Piave.
Fu durante questi lavori che l´odierna Eraclea fu ricostruita e chiamata Grisolera (così chiamata perché circondata da paludi e canne palustri, chiamate appunto grisiòle).
Verso la fine del´600, a causa dell´ennesima alluvione, il Piave modificò ancora il suo corso (l´attuale) decretando, di fatto, lo spopolamento della zona.
Nel 1917, l´esercito italiano in rotta da Caporetto, per coprirsi la ritirata fece saltare tutte le dighe e gli argini delle bonifiche, allora appena iniziate, determinando il completo impaludamento dell´intero territorio e solo al termine della guerra ricominciarono le opere di bonifica che proseguirono per tutti gli anni venti e i primi anni trenta rendendo possibile il ripopolamento.
Molti reperti dell'antica Eraclea-Cittanova sono andati poi perduti negli anni cinquanta, quando vennero alla luce i basamenti di una chiesa paleocristiana del 639, poi distrutti dai proprietari del terreno.
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Equilium - Cavazuccherina (Jesolo):
Il nome antico di Jesolo era Equilium (dal latino equus o dal venetico ekvo), cioè città dei cavalli che richiama l´allevamento del cavallo per il quali erano famosi gli antichi Veneti.
Con il crollo dell'impero romano le scorrerie degli invasori barbarici scacciarono gli abitanti dalle pianure, costringendoli a rifugiarsi nelle lagune dove gli abitanti di Oderzo fondarono Eraclea sull'isola di Melidissa e Jesolo sull'isola di Equilio.
In seguito Jesolo fu inclusa nella provincia Venezia marittima, entità che in seguito diede origine al Ducato di Venezia e quindi alla Repubblica di Venezia.
Importante centro di commerci marittimi nell'area nord-adriatica iniziò la sua decadenza con una spaventosa alluvione del Piave (1100 ?) che portò gli abitanti a trasferirsi a Venezia.
Alla fine del´400 la città era ridotta a pochi casolari semi disabitati e la sua lenta ripresa avvenne grazie al patrizio veneziano Soranzo, che fece costruire una chiesa, poi dedicata a San Giovanni Battista, attorno alla quale il paese fu ricostruito.
Nel 1499 fu costruito un canale che collegava il vecchio alveo del Piave (ora Sile) a quello attuale. Questo cavale (cava), che passava per il nuovo paese, fu realizzato dall'ingegnere Alvise Zucharin che diede il nome al nuovo abitato, Cavazuccherina. Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Cavazuccherina fu costretta ad evacuare causa l´impaludamento determinato dagli eventi bellici.
Come per Eraclea, il ripopolamento fu possibile solo con le bonifiche avviate dopo la grande Guerra.
Nel 1930 il comune fu rinominato con l'antico nome di Jesolo.
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San Donà di Piave:
La borgata risale al Medioevo (San Donà prende origine dal nome della cappella di San Donato) e si trovava in posizione strategica tra la Marca Trevigiana e la Repubblica di Venezia.
Dal Medioevo sino all´inizio della Grande Guerra le vicissitudini storiche di San Donà possono essere equiparate a quelle di Jesolo ed Eraclea.
La città è comunque storicamente ricordata per gli eventi della 1° Guerra Mondiale, (durante la quale la città fu completamente distrutta), e per i quali fu insignita della "La Croce al Merito di guerra".
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