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Veneto Orientale

Il Tagliamento e le terre di bonifica a Bibione

Presentazione
Il percorso
Suggerimenti

Presentazione
Questo percorso che prende avvio da Bibione può essere considerato a ragione la continuazione di quello proposto nella laguna di Caorle " Valle vecchia e le Valli da pesca " .
Tre sono gli elementi che fortemente caratterizzano le zone dove si sviluppa il percorso:

Il fiume Tagliamento:
Il grande fiume nasce in Carnia vicino al passo della Mauria e nella sua parte terminale, caratterizzato da numerose anse e zone golenali, costituisce il confine fra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Le acque, di uno stupefacente colore verde-azzurro, si immettono nel Mare Adriatico vicino al faro di Bibione. Conosciuto anticamente con i nomi di Tiliaventum o Tiliavemptus da sempre è stato fonte di sostentamento per le popolazioni locali. Ai tempi del dominio della Serenissima (dal 1420 circa) sul Tagliamento lavoravano gli "zataras" (antichi zatterai) che pilotavano i tronchi d´albero, proveninti dalla Carnia, fino alla foce del fiume da dove poi i "trabaccoli veneziani" li portavano all´arsenale di Venezia.
In tempi più recenti, soprattutto nel suo tratto in pianura, l´uomo ha costruito argini e golene (per contenere gli effetti disastrosi delle alluvioni, come quella del 1966 che colpì Latisana e le zone limitrofe) che rendono ancor più imponente lo scorrere del fiume.

Le terre di bonifica:
La zona di Bibione, come del resto tutto il territorio che dal Piave arriva al Tagliamento, è terra di bonifica. Nei tempi antichi la zona era caratterizzata da vaste estensioni paludose, isolate, soggette alle inondazioni, poco sicure che costrinsero, sin dall´epoca romana, gli uomini a costruire le strade più a nord (vedi la Via Annia).
Queste terre isolate, lontane dalle vie di comunicazione eccezion fatta per i corsi d´acqua affiancati da stradine arginali, svilupparono forme di economia e di cultura più legate all´ambiente lagunare che a quello continentale.
Un primo tentativo di bonifica, di cui esiste documentazione storica, risale al 1620 con la creazione di un consorzio legato alla Canale Lugugnana il cui scopo era quello di proteggere il territorio circostante.
Nonostante questo tentativo la zona continuò ad essere soggetta a sistematiche alluvioni ed inondazioni, dove infuriavano malattie infettive ed epidemiche. Dai registri parrocchiali di fine Ottocento conservati a Cesarolo, si evince come tre quarti dei bambini morissero in giovane età a causa delle epidemie.
Tuttavia sarà solo con il diretto intervento dello stato, tra la fine dell'Ottocento e la seconda metà del Novecento, che l´opera di bonifica troverà piena attuazione, risanando la zona e dando vita ad un´economia prevalentemente agricola.
L´azione di bonifica fortemente voluta e realizzata dalle popolazioni locali (braccianti, sotans e carriolanti) fa parte integrante della storia di queste zone tanto che Concordia Saggitaria ospita il monumento "al lavoratore delle bonifiche" mentre a Cesarolo, nel 1985 è stato inaugurato il monumento ai carriolanti.
Questa azione di trasformazione ha costellato il territorio di decine di opere idrauliche (a tutt´oggi funzionanti) che assumono valore di testimonianza dei grandi mutamenti avvenuti che trovano conferma anche nei nomi che alle terre strappate alle paludi fu dato: Pradis, Prati Nuovi, Terzo Bacino e Quarto Bacino.
La gran parte delle strade che mettono in comunicazione le opere idrauliche e le case coloniche, molte delle quali abbandonate, ricalcano i tracciati del decumano romano.
L´opera di bonifica può dirsi conclusa solo alla metà degli anni 60. A questo periodo risale la "nascita di Bibione" (1956). La conoscenza della storia delle bonifiche ci aiuterà ad apprezzare maggiormente un ambiente particolarmente bello dove campagne ben coltivate, fiumi, canali, bacini, argini e aree paludose si intrecciano con inusitata armonia.

La pineta:
La pineta, il grande polmone verde di Bilione, in parte è di origine artificiale. Il terreno è costituito prevalentemente da dune litoranee formatesi nel corso dei secoli grazie all´apporto di sabbia da parte del Tagliamento e molte sono le specie di alberi presenti, caratteristici sia dei climi mediterranei che montani. La pineta e la foce del Tagliamento costituiscono un biotipo di particolare interesse naturalistico in quanto particolari condizioni climatiche e una bassa salinità delle acque rendono possibile la presenza di alcuni elementi tipici della brughiera dei lidi atlantici, piuttosto che mediterranea.
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Il percorso:
Il percorso prende l´avvio dal Piazzale Zenit, per inoltrarsi poi nella pineta della zona del faro.
In questo primo tratto dovete fare attenzione in quanto, se la giornata è molto bella, folta potrebbe essere la presenza dei pedoni. Molti tratti fino al faro dovranno essere fatti a piedi, spingendo la bici causa la pista sabbiosa dove le ruote "affondano".
Una volta arrivati al faro, la pista sempre sterrata è molto più ciclabile. Rispetto alla strada di andata, questa ci mostra una vegetazione molto diversa, meno marittima.
Lasciata la pineta, il tratto successivo si sviluppa lungo gli sterrati/tratturi golenali del fiume Tagliamento che in questa sua ultima parte scorre disegnando innumerevoli anse.
Dobbiamo segnalare l´ottimo stato degli sterrati e delle indicazioni che abbiamo trovato in questa parte del percorso.
Noterete anche l´imponente opera dell´uomo nel costruire argini golenali per limitare la furia del fiume durante le esondazioni. Arrivati a Cesarolo, lasceremo il Tagliamento per addentrarci nelle zone di bonifica, in cui gli spazi immensi e il silenzio sono padroni assoluti.
Le strade sono caratterizzate da un traffico molto scarso; tuttavia fate attenzione ai tratti rettilinei, dove non è raro trovare qualche automobilista che imita Nuvolari.
La parte terminale del percorso, che si svolge nell´abitato di Bibione è caratterizzato da una bellissima pista ciclabile che si sviluppa in gran parte sulla spiaggia, con fondo di assi di legno.
Il percorso lo stimiamo impegnativo per la lunghezza e soprattutto perché vi è un unico punto di ristoro nella località di Cesarolo, lasciato il quale dobbiamo contare solo su noi stessi ed quindi una buona scorta d´acqua è d´obbligo.
Quasi la metà del tragitto si svolge su sterrato e/o tratturi (46%) mentre il 37, 4 % è su asfalto caratterizzato da una scarsa veicolazione soprattutto nelle zone di bonifica (circa 75%).
Le piste ciclabili rappresentano circa il 17% del tragitto a conferma che Bibione sia particolarmente sensibile all´aspetto ambientale. I periodi migliori per effettuare il percorso sono la primavera e l´autunno.
Tenete sempre presente che il tempo di percorrenza si riferisce all´effettivo tempo trascorso in bici, soste escluse.

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Suggerimenti:
Vi consigliamo di ingrandire molto la mappa e questo per poter usufruire di tutte le fote che vi sono allegate.
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DATI DEL PERCORSO
Data Giugno 2011
Partenza Bibione (VE)
Arrivo Bibione (VE)
Lunghezza 56.3 Km
Tempo percorrenza 3 ore e 45'
Difficoltà Impegnativo
Velocità media 15.0 Km/h
Dislivello: salita 0.0 mt.
Bicicletta consigliata MTB
% strada asfalta 37.4%
% pista ciclabile 16.6%
% sterrato 39.7%
% sentieri - tratturi 6.3%



DESCRIZIONE PERCORSO
Piazzale Zenit Start START: Piazzale Zenit .
Lasciamo Piazzale Zenit e ci dirigiamo a Est. Percorsi poche decine di metri giriamo a destra e seguiamo la pista ciclo-pedonabile. Dopo una curva a 90 gradi a six. proseguiamo dritti per Via Rigel e quindi per Via del Procione.

Info Complesso ambientale foce del Tagliamento Complesso ambientale foce del Tagliamento: Km. 1.0
Percorsi pochi metri di Via del Procione, sulla destra notiamo il cartello che ci indica l´ingresso nella zona "Ambientale della foce del Tagliamento".
L´ingresso è consentito solo ai pedoni e ai ciclisti: scendete dalla bici e oltrepassate il cancello non prima di aver letto tutte le avvertenze prescritte, soprattutto quella relativa alla presenza di zecche e fauna selvatica.
Il primo tratto del percorso è asfaltato e diviene sterrato subito dopo una secca curva a dx. (circa 800 mt dall´ingresso) in prossimità di costruzioni militari ormai in disuso.

Inizio della pineta del faro Inizio della pineta del faro: 2.2 Km.
Da qui inizia la pineta vera e propria e lo sterrato cambia forma e consistenza; da terreno duro a sabbioso con numerosi tratti che ci costringono a scendere dalla bici per no affossare.
Questa pista sabbiosa ci accompagnerà sino al faro di Bibione.


Il faro di Bibione Il faro di Bibione: 3.2 Km.
Il faro, ormai in disuso, fu costruito a inizio Novecento nei pressi della foce del fiume Tagliamento ed è immerso nella splendida risorsa naturalistica della pineta.
Quando la sagoma del faro appare all´orizzonte è segno che ormai siamo alla punta estrema della pineta e che lo "sterrato sabbioso" è praticamente finito.
Lasciamo il faro e puntiamo verso nord seguendo il sentiero alla nostra destra.
Il primo tratto è "sabbioso" ma solo per poche decine di metri, quindi diventa di sassoso.

Barriera e la a foce del Tagliamento Barriera e la a foce del Tagliamento: 4.1 Km.
A circa 1 Km. dal faro la strada è sbarrata da un "cancello" (che evita alle auto di entrare in pineta).
Per noi significa due cose:
a) La strada ora può essere percorsa anche da autoveicoli che raggiungono vari spazi lungo le rive del Tagliamento e quindi bisogna prestare la massima attenzione.
b) La presenza di auto e sterrato significano montagne di polvere fastidiosissime.
Appena passata la barriera vale la pena di piegare per alcuni metri a destra e portarsi sulle rive del Tagliamento. Da questo punto si può vedere il punto dove il fiume sfocia nel Mare Adriatico.
Lasciate le rive del fiume seguiamo il corso del fiume fino a quando incontriamo un´ampia zona golenale (isola Pingherli) ricca di barene e zone coltivate.

Idrovora di Bibione Idrovora di Bibione: 6.0 Km.
Lo sterrato finisce all´incrocio con Via del Mare, dove alla nostra sinistra c´è l´impianto idrovoro di Bibione.
L'idrovora Bibione (VI bacino) è stata realizzata nel 1932 per la bonifica di un vasto territorio del comune di S. Michele al Tagliamento ed ha una portata di 5.800 l/s.
Proseguiamo dritti e dopo circa 120 metri lasciamo l´asfalto per imboccare un tratturo, alla nostra destra, che ci permetterà di vistare la parte Nord della zona golenale nota come "isola Pingherli".

Salita su argine golenale Salita su argine golenale: 6.9 Km.
Percorsi circa 800 metri, troviamo un punto ideale per salire sull´argine golenale (alla nostra sinistra) e ritornare sui nostri passi in quanto non vi è possibilità di proseguire.
L´alternativa è quella di tornare indietro fino al punto Punto sei girare a dx e proseguire lungo via Capodistria.

Via Capodistria Via Capodistria: 7.2 Km.
Lo sterrato sull´argine golenale è lungo circa 300 metri (non molto agevoli visto l´erba piuttosto alta) quindi scendiamo dall´argine e imbocchiamo Via Capodistria (asfalto) che ci porterà all´incrocio con Via Pineda.
Via Capodistria è un bel rettilineo di circa 1.5 Km. ai cui lati vi sono numerosissimi Pini Marittimi.
Fate molta attenzione in quanto le radici di questi alberi rendono l´asfalto molto irregolare.

Incrocio con Via Pineda Incrocio con Via Pineda: 8.7 Km.
Arrivati all´incrocio con Via Pineda (SP 73), usufruiamo del passaggio pedonale che notiamo sulla nostra dx, per attraversare la strada.
Visto l´altissima intensità di traffico questo è uno dei pochissimi punti in cui è possibile attraversare Via Pineda in tutta sicurezza.
Una volta attraversata la strada imbocchiamo la pista ciclabile, girando a destra in direzione Nord fino ad oltrepassare il Ponte sul Canal Novo.

Ponte di Bevazzana sul canal Novo Ponte di Bevazzana sul canal Novo: 9.4 Km.
Appena oltrepassato il ponte, sempre seguendo la pista ciclabile, giriamo a six e subito dopo a dx per imboccare Via Litoranea verso Nord.
Fate attenzione che questo tratto è molto breve e caratterizzato da una discreta pendenza.
Proseguendo verso Nord la strada ci porta nuovamente ad incrociare (semaforo Punto undici Km.: 9.7) Via Pineda all´altezza di Bevazzana.
Una volta entrati in Bevazzana proseguiamo dritti lungo l´omonima via asfaltata sino a scorgere alla nostra six. la Chiesetta "Santa Maria del Soccorso"; giriamo a destra per Via Malignani, seguendo le indicazioni turistiche del Parco del Tagliamento.

Inizio sterrato lungo il Tagliamento Inizio sterrato lungo il Tagliamento: 10.4 Km.
Percorriamo un centinaio di metri di Via Malignani e quindi tenendo la destra seguiamo le indicazioni sul percorso n° 2 proposto dal Comune di san Michele al Tagliamento che ci porta sullo sterrato che segue le rive del Tagliamento.
Prima di proseguire vale la pena di svoltare a destra e portarci in riva al fiume per ammirare il lento scorrere delle sue acque.
Ritornati sui nostri passi seguiamo lo sterrato (alla nostra sinistra) che si sviluppa sull´argine golenale, lasciando perdere la strada asfaltata in quanto dopo poche centinaia di metri termina, costringendoci a salire l´argine con qualche difficoltà.
Da questo momento lo sterrato ci accompagnerà fino a Cesarolo ( 24.8 Km.) con un fondo che varia da terra battuta a ghiaioso.
Lo sterrato segue le numerose anse del fiume e tranne qualche breve tratto non costeggia mai le rive in quanto si sviluppa sugli argini golenali.
Tuttavia non mancheranno splendidi scorci in cui acqua e vegetazione si mescolano in maniera armoniosa.
Lungo lo sterrato troverete pochi punti che vi riparino dal sole nel caso vogliate fare una sosta.

Brigolo Basso-Isola Picchi Località Brigolo Basso-Isola Picchi: 16.3 Km.
Al Km. 15.4 la strada compie una grande "U" per circumnavigare la località di Isola Picchi, in territorio Friulano, abbandonando momentaneamente il Tagliamento.
Terminata la "U" noterete sulla sinistra una casa colonica ora adibita ad agriturismo che la presenza di un boschetto, rende particolarmente suggestivo e adatto a chi ama grandi spazi silenziosi.
Questa località è il luogo ideale per una sosta e scendendo dall´argine potrete verificare la vostra posizione consultando il cartello informativo.
Proseguendo oltre, dopo circa 600 metri arriviamo ad un incrocio, proseguiamo dritti (girando a destra entreremo nell´isola Picchi).
Al Km. 18.2 la circumnavigazione dell´isola Picchi è terminata e lo sterrato riprende a seguire il fiume Tagliamento.

Via Casenove Via Casenove: 19.1 Km.
Al Km. 19.1 arriviamo in località Case Nuove, continuiamo a tenere la destra, lasciando alla nostra sinistra una casa rurale.
Ora lo sterrato segue più da vicino il Tagliamento, cosa questa che ci accompagnerà fino a Cesarolo.
Percorsi altri 2.5 Km. La strada piega a destra seguendo un´ampia ansa a "U" del fiume, terminata la quale scorgeremo la località di Cesarolo.

Cesarolo- fine sterrato sul  Tagliamento Cesarolo- fine sterrato sul Tagliamento: 24.8 Km.
Poco prima di entrare in Cesarolo (24.0 Km.) manteniamo la destra rimanendo sull´argine.
Volendo entrare in paese, si dovrà tenere la sinistra ed imboccare la strada asfaltata (Via Bregadina).
<<Cesarolo sembra abbia avuto origine romane il cui nome potrebbe derivare da "coesus rivus" (taglio del fiume indicando un punto di attraversamento), oppure da "Caesaris rivolus" (fiume di Cesare) o "Caesaris locus" (logo di Cesare).
Le ultime due ipotesi sono da preferirsi in quanto fra il 58 e il 49 a.C. alcune legioni di Cesare soggiornarono in questa zona vicino al Tagliamento. (da "Il Tagliamento: un fiume da scoprire" di Enza Vio) >>.
Cesarolo, molto probabilmente, in epoca romana, era attraversato dalla via Emilia mentre la sua chiesa settecentesca, dedicata a San Niccolò, è stata demolita e sostituita all'inizio del Novecento con quella attuale.
Alla fine del paese siamo costretti a lasciare la ciclabile del Tagliamento e imbocchiamo Via 4 Novembre fino a raggiungere l´incrocio con Via San Filippo

Via Pradis &Terre di bonifica" Via San Filippo-Via Pradis: 25.7 Km.
Arrivati all´incrocio attraversiamo Via San Filippo, giriamo a sinistra imboccando subito a destra Via Pradis.
Da questo momento entriamo nelle zone di bonifica caratterizzate da immensi spazi coltivati, strade lunghe e dritte, poche case coloniche (molte sono disabitate) e un silenzio quasi irreale.
Dopo poche centinaia di metri notiamo sulla destra una chiesetta in stile neogotico con viale di alberelli chiamata "Tomba di Braida".
Proseguiamo sempre lungo Via Pradis fino a giungere all´incrocio con Via Prati Nuovi.

Incrocio con Via Prati Nuovi Incrocio con Via Prati Nuovi: 30.4 Km.
All´incrocio con Via Prati Nuovi notiamo alla nostra destra una fattoria con allevamento
di bestiame.
La strada piega di 90° a sinistra e risulta parzialmente alberata con platani riparali. Questo è un punto dove possiamo fermarci per una sosta "riparata".

Deviazione: Via Prati Nuovi è una bellissima strada dritta e costeggiata da platani con fondo sterrato ghiaioso per circa il 50% della lunghezza. Al termine della strada (2.7 Km.) ci troveremo di fronte all´impianto idrovoro di Prati Nuovi. Non avendo altre alternative dovremmo poi ritornare in Via Pradis.

Proseguendo lungo Via Pradis, dopo aver lasciato sulla sinistra un casolare abbandonato, al Km. 31.2 ci troviamo a percorrere il "ponte della Bruna", tutto in ferro, posto sul canale scolmatore Cavrato(Canale Cavrato).
Il canale Cavrato nasce vicino a Cesarolo, ha una lunghezza di circa 8 Km. e sfocia nella laguna di Baseleghe in prossimità del mare Adriatico.
Il canale riveste una notevole importanza per la protezione idraulica del territorio in quanto permette di limitare le portate di piena del Tagliamento.

Tratturo lungo il Cavrato Tratturo lungo il Cavrato: 31.9 Km.
Dopo circa 700 metri dal ponte, lasciamo la strada asfaltata e giriamo a sinistra lungo un tratturo che costeggia uno dei rami del canale Cavrato; c´è anche la possibilità di salire sull´argine se le condizioni lo permettono (erba tagliata...) avendo così a disposizione un panorama splendido.
In occasione del nostro giro l´erba era molto alta e abbiamo dovuto optare per il sentiero che lambisce i campi coltivati, tuttavia anche questo potrebbe risultare non particolarmente curato, tanto che a nostro avviso questo è uno dei tratti più impegnativi.
Questo tratto è lungo circa 3.2 Km. e termina incrociando lo sterrato ghiaioso di Via Terzo Bacino da dove si inizia a costeggiare il canale dei Lovi (Canale Cavrato).
Teniamo la destra e proseguiamo dritti.

Idrovora Baseleghe Idrovora Baseleghe, III Bacino: 35.3 Km.
Proseguendo lungo Via Terzo Bacino raggiungiamo l´impianto idrovoro di Baseleghe (III bacino) che risale al 1930. Prende il nome dallo sbocco a mare omonimo della laguna fra Vallevecchia e Bibione.
Salendo sull´argine del canale dei Lovi si può ammirare uno splendido panorama e se la giornata è splendida è possibile vedere le case della località Brussa.
Alla vostra sinistra potrete intravedere dei nasoni (proprietà privata).
Lasciamo l´impianto idrovoro e proseguiamo verso sud per altri 800 metri e poi, sempre seguendo la strada principale giriamo a destra per Via dei Braccianti.

Via dei Braccianti Via dei Braccianti: 36.0 Km
Prima di girare in Via dei braccianti, salendo sull´argine del canale potrete ammirare dei casoni, sempre a proprietà privata.
Via dei Braccianti si presenta come un lunghissimo rettilineo (circa 3.0 Km.) che per i primi 1.3 Km. è ancora sterrato-ghiaioso che lascia poi posto all´asfalto.
Poco prima della centrale Enel ( centrale enel 39.0Km.) la strada piega a sinistra per attraversare poco dopo il canale Lugugnana (canale Lugugnana) oltre il quale prende il nome di Litoranea Veneta.
Costeggiato per un breve tratto il canale Lugugnana che piega decisamente a sud, subito dopo aver lasciato sulla sinistra un casolare (corte Miniscalchi), iniziamo a costeggiare il canal Novo (canal Novo) oltre il quale si estende il Parco Naturale di Val Grande (Parco Naturale di Val Grande).
Poche centinaia di metri più avanti, sempre sulla sinistra, troviamo un'altra casa colonica (abbandonata) e da qui iniziano le "risaie".
Il panorama che ci circonda ci accompagnerà immutato fino al ponte di Bevazzana.

Parco naturale di Val Grande. (Parco Naturale di Val Grande)
Val Grande è una distesa d'acqua e di terra che si estende per una superficie di 360 ettari di cui circa il 70% a lago e zone umide e la parte restante è costituita da bosco e radure con innumerevoli specie arboree.
La Val Grande è visitabile prenotando un itinerario che potrà essere svolto a piedi, o in bici o a cavallo o in carrozza e sempre accompagnati.
Sotto il profilo storico, nella Val Grande si trovano i resti di una villa romana conosciuta come: Villa Marittima del "Mutteron dei Frati" i cui scavi sono ancora in corso.


Idrovora Baseleghe Idrovora Baseleghe, III Bacino: 35.3 Km.
Proseguendo lungo Via Terzo Bacino raggiungiamo l´impianto idrovoro di Baseleghe (III bacino) che risale al 1930. Prende il nome dallo sbocco a mare omonimo della laguna fra Vallevecchia e Bibione.
Salendo sull´argine del canale dei Lovi si può ammirare uno splendido panorama e se la giornata è splendida è possibile vedere le case della località Brussa.
Alla vostra sinistra potrete intravedere dei nasoni (proprietà privata).
Lasciamo l´impianto idrovoro e proseguiamo verso sud per altri 800 metri e poi, sempre seguendo la strada principale giriamo a destra per Via dei Braccianti.

Ponte di Bevazzana sul canal Novo Ponte di Bevazzana sul canal Novo: 42.7 Km.
Una volta giunti ai piedi del ponte, risaliamo in Via Pineta e seguendo la pista ciclabile ci avviamo verso Bilione. Dopo circa un Km.
Sulla nostra sinistra notiamo un maneggio e subito dopo una rotonda, dove una volta giunti, giriamo a destra in Via Baseleghe.

Via Baseleghe Via Baseleghe: 44.2 Km.
Questa strada è particolarmente trafficata e fate attenzione ai tre chilometri in cui non c´è pista ciclabile che riprende al Km. 47.2 in concomitanza di una rotonda.
La strada costeggia sulla destra la Val Grande e ci condurrà in località Bilione Pineda, la punta estrema a ovest di Bilione, dove si trova la marineria di Portobaseleghe (Portobaseleghe Km. 49.5) unico porto nell'alto Adriatico con riparo naturale.
Proseguiamo fino all´incrocio con Viale dei Ginepri che imbocchiamo girando a sinistra.

Viale dei Ginepri Viale dei Ginepri: 50.0 Km.
Viale dei Ginepri è la strada principale di Bibione Pineda e solo i primi trecento metri sono con pista ciclabile.
Nel periodo estivo la strada è molto trafficata per cui bisogna prestare attenzione.
Dopo circa 1.2 Km. (Via dei LauriKm.: 51.2), lasciamo Viale dei Ginepri girando a destra in Via dei Lauri che ci porterà sin sulla spiaggia.

Inizio Ciclabile sulla spiaggia Inizio Ciclabile sulla spiaggia: 51.6 Km.
Via dei Lauri termina sulla spiaggia, dove troviamo una splendida e inusuale pista ciclabile che scorre tutta lungo la spiaggia.
Molti tratti della ciclabile sono pavimentati con assi di legno e altri con mattonelle.
Gran parte della pista è dedicata alle sole biciclette ed è particolarmente suggestivo percorrerla.
Fate molta attenzione in quanto la ciclabile è sempre frequentatissima anche da pedoni.

Fine Ciclabile sulla spiaggia Fine Ciclabile sulla spiaggia: 55.2 Km.
Percorriamo sulla "sabbia" circa 3.6 Km. al termine della quale possiamo o girare a destra per imboccare Viale della Luna che ci porterà a Piazzale Zenit, oppure giriamo a sinistra per Via Maia per raggiungere il "cuore pulsante di Bibione" ossia Via delle Costellazioni.
Imboccata Via Maia al primo incrocio giriamo a destra (Viale Europa Viale Europa) e quindi a sinistra per Via Elettra fino ad incrociare Via delle Costellazioni (Via Costellazioni) strada a senso unico(per i veicoli) e ciclabile per cui fate attenzione.
All´incrocio con Via Andromeda (Via Andromeda) giriamo a destra e raggiungiamo Via della Luna e quindi Piazzale Zenit.

Fine - Piazzale Zenit Fine - Piazzale Zenit: 57.0 Km.
Pazzale Zenit: fine percorso.

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