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Veneto Orientale

Le terre neviane tra i fiumi Lemene e Reghena


Presentazione
I due fiumi
Curiosità lungo il percorso
Il percorso



Presentazione
Il percorso si svolge tra i fiumi Reghena e Lemene, la dove la provincia di Venezia confina con il Friuli, zona ricca di boschi, acque.
La storia di questo territorio è stata sempre legata a quella di Julia Concordia, come i toponimi di Cinto (ad quintum lapidem, 5 miglia da Julia) e Sesto (ad sextum lapidem, 6 miglia da Julia) e dei suoi Vescovi fautori della nascita di Portogruaro e Cordovado, già sede di un castrum romano.
Da sottolineare la presenza longobarda con il "Ducato Friulano" (568) di cui Cinto e Sesto fecero parte e quella della Serenissima di cui seguirono poi le vicissitudini.
Nel 1418 Venezia invade il Friuli annettendo la zona alla Serenissima, di cui condividerà le vicissitudini storiche, sino ai giorni nostri.

Si parte da Cinto Caomaggiore (punto focale del nuovo Parco regionale del Reghena, Lemene e laghi di Cinto) verso Sesto al Reghena, con la stupenda Abbazia di Santa Maria in Sylvis (secolo VIII), per inoltrarci poi nei luoghi che ispirano Ippolito Nievo nello scrivere le "Confessioni di un italiano", come i mulini di Stalis, la fontana di Venchiaredo, la cittadina di Curtis de Vado (Cordovado) e Portogruaro, cittadina fondata nel 1140 da Gervino, vescovo conte di Concordia, dove l´influenza architettonica veneziana è evidente, come ricorda il Nievo: "Portogruaro non era l´ultima fra quelle piccole città di terraferma, nelle quali il tipo della Serenissima dominante era copiato e ricalcato con ogni possibile fedeltà".
Torneremo a Cinto passando per Summaga, importante centro benedettino medievale dove si trova Abbazia di S. Maria Maggiore (secolo XI).


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I due fiumi: Il Lemene e il Reghena
Il fiume Reghena nasce dalle risorgive presso Casarsa in Friuli. Attraversa i comuni di San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Cinto Caomaggiore, Gruaro e Portogruaro dove si unisce al Lemene.
Il fiume Lemene (lungo circa 45 Km.) nasce in Friuli, nelle zone di risorgiva della bassa friulana, tra i comuni di San Vito al Tagliamento e Casarsa, scorre sino a Portogruaro, dove riceve le acque del Reghena. Dopo avere attraversato Concordia Sagittaria, sfocia nella laguna di Caorle nei pressi di Porto Falconera.
I due fiumi, assieme ai laghi di Cinto, sono inseriti nel progetto ambientale "Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei Laghi di Cinto", di recente istituzione, che si estende sul territorio dei comuni di Portogruaro e Gruaro ed in modo preponderante in quello di Cinto Caomaggiore.
L´area dei laghi di Cinto è composta principalmente dal lago Secco, noto anche come cava Furlanis, e dal lago Perissotto, posti a sud di Via U.Grandis, mentre a nord si trovano il lago Acco e parte del lago Premarine, condiviso con il comune di Sesto al Reghena.

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Curiosità lungo il percorso

1- Il parco letterario Ippolito Nievo.
Il Parco letterario Ippolito Nievo, si sviluppa tra Fratta, Cordovado, Venchiaredo e Stalis, luoghi che ispirarono lo scrittore nello scrivere le "Confessioni di un Italiano", ambientato nel periodo risorgimentale, che ha per protagonista Carlino Altoviti e la Pisana e pubblicato postumo.

I prati della Madonna - Cordovado - Si riferisce al Santuario di Santa Maria delle Grazie, costruito all'inizio del 1600, vicino al luogo di un´apparizione.

Casa Provedoni - Cordovado - Casa Provedoni, l´abitazione dell´uomo di Comune Antonio Provedoni, viene invece riconosciuta in una modesta casetta di piazza Duomo che ai tempi del Nievo "...era l´ultima del paese verso Teglio...".

La fontana del Venchiaredo - Sesto al Reghena Si tratta di una piccola polla sorgiva da cui sgorga l´acqua limpidissima che il Nievo descrive come "....una grande e limpida fontana che ha anche voce di contenere nella sua acqua molte qualità refrigeranti e salutari.... " e " .. i bei contorni della fontana di Venchieredo cogli ombrosi sentieruoli e i freschi marginetti di musco...". Non solo il Nievo immortalò questa fonte ma anche Pier Paolo Pasolini ne trasse spunto per dei versi: << Limpida fontana di Venchiaredo, acque modeste, tenerissimi legni, oggi a vent´anni, io vi vedo, ed ascolto col vecchio murmure indifferente>>.

Il Mulino di Stalis ­ Sesto al Reghena Il mulino, che deve il nome alla presenza, in zona, di stalle (stabulis), è costituito da due edifici: uno citato in un documento del 1432, mentre l´altro risale alla fine del XIX secolo.
Tuttavia il nome di Stalis compare già nel 1182, in una bolla papale con la quale si estendeva la sua protezione ai benedettini dell'Abazzia di Sesto. Il mulino, situato in zona agricola è rimasto in attività sino agli anni ´70 e tra il 1996 e il 2000 è stato getto di restauro. <<..... diede giù per la stradicciuola laterale del villaggio, e girando poi verso la strada di Venchieredo, giunse a gran passi, trascinandosela dietro, sulle praterie dei mulini>>

Portogruaro - Ed ecco come il Nievo descrive la città di Portogruaro nelle pagine del suo romanzo: <<.... non era l´ultima fra quelle piccole città di terraferma nelle quali il tipo della Serenissima Dominante era copiato e ricalcato con ogni possibile fedeltà.....>>.

2- Il Mulino di Boldara - Gruaro
Il mulino è di proprietà privata, documentato già nel XV secolo che si sviluppa su tre livelli con gli ultimi rifacimenti risalenti agli anni Cinquanta del secolo scorso. Situato lungo il corso del fiume Lemene, nel comune di Gruaro, si trova in un pessimo stato di conservazione.

3- Villa Bombarda a Portovecchio - Portogruaro
Portovecchio è un piccolo borgo sulle rive del Lemene a nord del capoluogo e come si può desumere dal nome, probabilmente esistente prima di Portogruaro (il porto nuovo).
Di rilevo villa Bombarda, esempio tipico di villa veneta, costruita nella metà del 1600 sulle sponde del Lemene, già proprietà dei nobili veneziani Giustinian. Vicino alla casa padronale sorge un piccolo oratorio dedicato alla Beata Vergine Addolorata.

4- Chiesetta di S. Pietro a Versiola - Sesto al Reghena
Piccola cappella di probabile origine medioevale, immersa nella silenziosa campagna friulana a pochi passi dal confine con il Veneto. La struttura è chiusa.
Durante un recente restauro, sono stati scoperti resti di sepolture databili tra il 1200 e il 1400.

5- I mulini di Portogruaro
I mulini, detti anche di Sant´Andrea, posti dietro il Duomo, risalgono al sec. XII e furono fatti costruire dai vescovi di Concordia.
Fino al 1876 sono stati di proprietà ecclesiastica, quindi vengono incamerati dal Regno d´Italia e messi all´asta. Dal 1970 sono proprietà del Comune di Portogruaro che li fatto oggetto di restauro tra il 1981 e il 1993.

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Il percorso
Circa il 40 % del tragitto si svolge lontano dai pericoli dovuti ai veicoli a motore.
Le piste ciclabili sono ben tenute.
Da segnalare che una parte del tratto della ciclabile che da Sesto al Reghena sino alla Chiesetta di San Pietro è uno sterrato.
Il tratto più impegnativo è il tratturo che da Portogruaro conduce, costeggiando il fiume Reghena,alla località di Noiare (Summaga) che in caso di piogge recenti è particolarmente molle e difficile da percorrere.
In alternativa è possibile raggiungere Summaga seguendo la strada statale, abbandonando il Reghena.
Il tratturo lungo il Reghena è molto più compatto anche se nella parte terminale risulta abbastanza irregolare.

Nota: Una parte dei laghetti di Cinto (Secco e Perissotto) sono proprietà privata e costituiscono un´oasi naturalistica, sede di un agriturismo e riserva di pesca: per una visita dovrete contattare la struttura che li gestisce.

Dove parcheggiare: A Cinto, oltre al parcheggio da cui siamo partiti, ve ne sono altri due, particolarmente ampi, e vicini tra loro, come quello posto dietro la Chiesa (Piazzale Castello) e quello nei pressi del cimitero (Piazzale L.Plozner).

Quando effettuare il giro:Il periodo ideale per l´escursione è l´autunno perché la suggestione dei colori che lo caratterizzano donano all´ambiente l´atmosfera quasi medioevale.

Il percorso l´abbiamo definito "facile"ed è più adatto ad una mountaibike, soprattutto per affrontare i tratti sterrati e i tratturi. In caso di pioggia, eviatere il tratturo che costeggia il Reghena verso Summaga.

Punti negativi:
Anche questo percorso è caratterizzato da tratti stradali che invogliano gli automobilisti a correre più del dovuto, come ad esempio via U.Grandis che da Cinto Caomaggiore porta alla località "Mura" oppure Via Bassa di Portovecchio o Via Noiare a Summaga.

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DATI DEL PERCORSO

Data 21 Giugno 2015
Partenza Cinto Caomaggiore (VE)
Arrivo Cinto Caomaggiore (VE)
Lunghezza 44.0 Km
Tempo percorrenza 3 ore e 24'
Difficoltà Facile
Velocità media 13.0 Km/h
Dislivello: salita 163.0 mt.
Bicicletta consigliata MTB
Strada asfalta 26.5 Km. - 60.3%
Pista Ciclabile 7.2 Km. - 16.4%
Sterrato 7.3 Km. - 16.5%
Tratturo 3.0 Km. - 6.7%

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LINKS:

Il Borgo e il castello di Cordovado ← → Sesto al Reghena:una storia millenaria ← → Abbazia di Summaga
Palazzi e Ville di Portogruaro

VIDEO:

Abbazia di Santa Maria in Sylvis: il fiume Reghena← → Sterrato verso Stalis



DESCRIZIONE PERCORSO

START: Cinto Caomaggiore ­ Parcheggio vicino alla Chiesa Km.0.0
Si parte dal parcheggio vicino alla Chiesa. Ci dirigiamo verso est sino ad incrociare, a sinistra, Via Umberto Grandis che andiamo ad imboccare.
Percorso circa 1 km. a sinistra c´è una strada sterrata che porta all´area privata che comprende i laghi Secco e Perissotto.
Ritornati sull´asfalto giriamo a destra sino a giungere al fiume Reghena che segna il confine tra Veneto e Friuli .
Nota: Quando abbiamo effettuato il percorso, la pista ciclabile di Via Grandis era in fase di realizzazione.

Sesto al Reghena: Loc. Mure - Chiesetta Santissimo Crocifisso ­ 3.1 Km
Passato il Reghena entriamo nel Comune di Sesto al Reghena all´altezza della Chiesetta Santissimo Crocifisso.
Poco prima della Chiesetta giriamo a sx. lungo un breve tratto sterrato e dopo aver attraversato il ponte, giriamo a destra sul tratturo, lungo il Reghena, che ci porterà sino a "Sesto".
Il sentiero corre a fianco dell´argine che si trova circa due metri più in alto: se l´erba è tagliata saliteci sopra perché godrete di un fantastico panorama. Questo tratto l´abbiamo fatto a piedi per assaporare quanto più a lungo il paesaggio.

Sesto al Reghena: Viale degli Olmi ­ 4.9 Km.
Poco prima di arrivare in Via degli Olmi, alla nostra sinistra inizia il “complesso dei prati di Burovich”, grandi fasce verdi larghe circa trenta metri caratterizzate da linee di alberi.
Giunti all´incrocio giriamo a sinistra e dopo pochi metri, attraversiamo la strada e proseguiamo lungo un tratto asfaltato e all´altezza del primo caseggiato giriamo a sinistra dove, appena passato il ponte, proseguiamo a destra sino all´incrocio con Via G. da Bondone.
Nota: appena passato il ponte, proseguendo dritti si entra nei prati di Burovich.

Sesto al Reghena: Abbazia Benedettina ­ 5.4 Km.
Percorriamo Via Giotto da Bondone sino ad incontrare, alla nostra sx, il torrione Grimani, oltrepassato il quale si entra nell´area dell´Abbazia.
Oltre ad una vista all´interno (obbligo di vestiti vestirsi consoni al luogo sacro), merita una visita al parco caratterizzato da una passerella pedonale che costeggia il fiume Reghena e corre lungo tutto il perimetro dell´edificio religioso.
Oltre all´Abbazia degni di nota sono il palazzo della Cancelleria, il campanile e l´antica residenza abbaziale.
Ritorniamo in via G. da Bondone, (a destra palazzo Burovich), proseguiamo dritti e al primo incrocio seguiamo l´indicazione per Cordovado (Via Zanardini)
Dopo pochi metri, alla nostra destra, si nota la struttura di Villa Zanardini-Fabris-Fancello (6.44 Km), tipico esempio di villa veneta.

Sesto al Reghena: Ciclabile di Via ­ 6.2 Km
Arrivati alla rotonda, prendiamo la seconda uscita (Via Levada), e ci inseriamo nella ciclabile alla nostra destra.
Dopo circa 0.3 Km. la ciclabile prosegue sul lato opposto trasformandosi poco dopo in una ciclabile sterrata.
La ciclo-sterrata, al Km. 7.6, attraversa Via Piave costeggiandola sino ad deviare a destra sullo sterrato ( Km. 7.9 ) che ci porterà alla Chiesetta di San Pietro( Km. 9.5 ) e quindi ai mulini di Stalis ( Km. 10.5).
Il tratto da Via Piave sino all´incrocio con Via Borgo di sotto è quello più lungo di tutto il percorso ed è particolarmente suggestivo poiché scorre nel pieno della campagna friulana.
Oltre Via Borgo di Sotto la strada è asfalta ma subito dopo il ponte sul Reghena, ridiventa uno splendido sterrato e prende il nome di Via Venchiaredo. I Mulini di Stalis si trovano a circa 150 metri dal ponte, passato il quale, di fatto, entriamo nel "Parco Letterario", dedicato ad Ippolito Nievo e a Pierpaolo Pasolini.


Cordovado: 12.7 Km
Lasciti i mulini, percorriamo la strada sterrata sino a giungere alla Fontana di Venchiaredo ( Km. 12,0 ). L´ingresso alla zona della fonatana si trova a destra, quasi nascosta dagli arbusti.
Attraversiamo questo minuscolo parco e arriviamo ad incrociare Via Venchiaredo, dove giriamo a destra. Andiamo sempre dritti sino a raggiungere Via B.ne di Gemona: siamo arrivati a Cordovado, borgo medioevale inserito nella lista dei "Borghi pi� belli d�Italia".
Giriamo a sinistra e dopo poche centinaia di metri arriviamo in Piazza Cecchini, dove a destra si erge la sagoma inconfondibile del Santuario Madonna delle Grazie (Fine 1500, primi 1600) e subito dietro i palazzi Cecchini, Mainardi e Marzin facenti parte di quello che era un complesso conventuale dei Domenicani edificato nei primi anni del 1700.
Subito dopo il Santuario si trova il Palazzo del Comune e appena superato, giriamo a destra in Via Brolo ( Km. 13) che percorriamo tutta per svoltare poi, sempre a destra, in Via Santa Caterina.
Dopo poche centinaia di metri giriamo a destra per imboccare la pista ciclo-pedonale che ci permette di attraversare uno dei nuovi quartieri del paese.

Cordovado: Via A.Freshi ­ 13.7 Km.
Arrivati in Via Antonio Freschi giriamo a destra che teniamo anche alla successiva curva per entrare in Via A.Carneo che percorriamo per tutta la sua lunghezza.
All´incrocio con Via Belvedere ( Km. 14.2 ) svoltiamo a sinistra e dopo pochi metri ancora a sinistra in Via Villa e quindi al successivo bivio teniamo la destra sino ad arrivare a piazza del Duomo ( Km. 14.6) , dove a sinistra possiamo notare l´antica Pieve di Sant´Andrea rifatta nel 1477 come ricorda un´iscrizione sul portale.

Cordovado: Via Bagnara ­ 16.4 Km - (Il Borgo Medioevale)
Lasciata l´antica Pieve, ritorniamo sui nostri passi e teniamo sempre la sinistra per arrivare al vecchio Borgo Medievale con il Castello.
Entriamo nel borgo-castello dalla porta Sud ( Km. 14.9 ) e alla nostra sinistra si trovano i palazzi Agricola e del Capitano. A destra, dietro una cinta in muratura c´è Palazzo Freschi Piccolomini (Seconda metà del 1600).
Lasciamo il borgo uscendo dalla porta settentrionale, chiamata anche dell´orologio alla cui destra si nota l´ingresso della Chiesa di san Girolamo (sec. XIV).
Lasciato il borgo e arrivati in Via Roma giriamo a sinistra. Dopo circa un chilometro arriviamo in Piazza Ippolito, proseguiamo sempre tenendo la destra per arrivare poi a girare in Via Bagnara.
Percorsi pochi metri un cartello ci informa che stiamo lasciando il Friuli per rientrare in Veneto.

Bagnara: 16.4 Km.
Appena passato il ponte ferroviario a destra c´é una bella pista ciclabile che ci porta in località Bagnara, dove sorge una Chiesa del XVI secolo dedicata a san Tommaso.
Alla rotonda prendiamola terza uscita seguendo l´indicazione per Portogruaro, e tenendo sempre la destra, si arriva ad incrociare Via Sant´Angelo ( Km. 18.5), in località Gruaro, dove giriamo a sinistra.

Boldara: Pedonale lungo il Lemene ­ 20.5 Km.
Teniamo sempre la destra al primo bivio la strada prende il nome di Via Boldara.
Questo tratto, che porta al mulino di Boldara, si snoda attraverso la campagna e in alcuni punti costeggia il Lemene. Appena passato il cartello che indica l´ingresso nella località di Boldara, sulla destra si nota un ponte e poco più avanti parte una strada pedonale sterrata che subito dopo si trasforma in una passerella di legno la quale, costeggiando il Lemene, ci conduce a pochi passi dal Mulino. È questo uno dei tratti più belli del percorso.
Nota: al momento in cui scriviamo la passerella è chiusa per lavori di restauro, quindi per raggiungere il mulino dovrete proseguire dritti sulla strada asfaltata.
La passerella porta su strada asfaltata e di fronte a noi si nota la sagoma dell´antico mulino di Boldara. Sul lato sinistro dell´edificio parte un sentiero sterrato ( Km. 21.2) che ci porta in località Portovecchio.
Il primo tratto ci permette di seguire parte del bacino del mulino e successivamente un breve tratto del Lemene.

Portovecchio: 22.5 Km.
Al termine dello sterrato si arriva in Via Gervino, giriamo a destra sulla ciclabile che dopo poche centinaia di metri ci porta al viale d´ingresso di Villa Bombarda ( Km. 23.2) adagiata sulle rive del Lemene.
L´accesso al parco della villa è libero, (all´ingresso verificate gli orari di apertura). L´edificio, tipico esempio di villa veneta è disabitato e noleggiato per eventi o matrimoni.
Lasciamo la villa e arriviamo alla strada asfaltata dove giriamo a destra. Subito dopo a sinistra si erge la Chiesa Parrocchiale.

Portogruaro: Sottopasso della ferrovia ­ 26.3 Km.
Proseguiamo lungo Via Bassa di Portovecchio, costeggiando il Lemene. Al primo incrocio ( Km. 25.7), proseguiamo dritti, attraversando Via San Martino.
Dopo una serie di curve e aver superato il ponte stradale, a destra imbocchiamo Via Pordenone.
Pochi metri e a destra c´è l´ingresso del sottopasso della ferrovia che andiamo a imboccare.
Usciti dal sottopasso, seguiamo la ciclabile che ci porta ad incrociare Via Stadio, ci portiamo sul lato opposto e giriamo a sinistra, proseguendo sulla ciclabile, attraversiamo Via Borgo San Nicolò, per raggiungere Via Borgo San Gottardo ( Km. 27.0).

Portogruaro: Piazza del Palazzo Comunale ­ 27.6 Km
Imboccata Via B.San Gottardo, dopo pochi metri ci troviamo ad attraversare il ponte del 1523 e quindi la porta porta San Gottardo (sec. XII) chiamata anche "Porta che va a Portovecchio".
La porta deve il suo nome attuale ad un´antica chiesa che si trovava appena fuori le mura e demolita per utilizzare il materiale nella costruzione del duomo di Sant´Andrea.
Attraversata la porta (possiamo fare una brevissima deviazione,a destra, per vistare un giardinetto dedicato ad Ippolito Nievo), proseguiamo dritti lungo Corso Martiri della Libertà, caratterizzato da numerosi palazzi storici che richiamano spesso i palazzi veneziani. (Palazzi e Ville di Portogruaro).
Prima di arrivare al Palazzo del Comune, a destra, si nota il duomo di Sant´Andrea.
Una volta arrivati al palazzo comunale, raggiungiamo, a piedi, la piazzetta che si trova dietro l´edifico, in riva al Lemene.
È questo l´angolo più suggestivo di Portogruaro e caratterizzato dall´oratorio della Pescheria (1627) e dai Mulini di Sant´Andrea (fine del 1100), dominati entrambi dall´imponente sagoma del campanile del Duomo.

Portogruaro: Ingresso Area Archeologica sul Lemene ­ 28.0 Km.
Visitati i mulini, proseguiamo sino all´incrocio con Via Seminario dove giriamo a sinistra e dopo pochi metri, sempre a sinistra c´è l´ingresso per il Parco Archeologico sul Lemene.
Sul lato opposto della strada si nota la Villa Comunale con il particolare balcone colonnato.
La vista all´area archeologica, deve essere fatta a piedi e si sviluppa per circa 200 metri sulle rive del Lemene.
Rientriamo in Via Seminario costeggiando l�edificio in cui ha sede il Museo Nazionale Concordiese, e una volta in strada giriamo a sinistra.

Portogruaro: Via Mazzini ­ La Stretta ­ 28.4 Km.
Percorsi pochi metri a sinistra si nota l´inconfondibile colonnato del sottoportico del Collegio Marconi, preceduto della Chiesa dedicata a San Luigi, ora sede staccata dell´Università degli studi di Trieste.
Il colonnato finisce all´incrocio con Via Mazzini (a traffico limitato), conosciuta anche come "Stretta& in cui andiamo a svoltare.
Dopo aver passato il Lemene arriviamo ad un arco che ci introduce nel "listòn", ossia la zona di passeggio per eccellenza della città, già menzionata dal Nievo. La sistemazione attuale del listòn risale alla fine degli anni venti, del secolo scorso.
Prima di arrivare all´arco, sulla destra, c´è la casa natale di Padre Bernardino da Portogruaro, riconoscibile dall´iscrizione affissa.
Dalla parte del "listòn", sopra l´arco c´è un´iscrizione che ricorda che la strada, una volta stretta, fu allargata e lastricata dal podestà Giacomo Grimani nel 1558.
Appena passato l´arco a sinistra si nota la colonna di San Marco della Meridiana ( Km. 28.6): la colonna attuale è del 1929 innalzata per sostituire quella più antica e distrutta dai francesi nel 1797, mentre a destra, sul lato opposto della strada c´è l´"Antico Teatro Sociale" ora trasformato in negozio.
Proseguiamo verso sud lungo Antica Via della Mercanzia, così chiamata perché era la via obbligata da e verso i paesi nordici, e dopo un centinaio di metri ci troviamo di fronte alla porta di San Giovanni(XII sec.) ( Km. 28.7) chiamata anche porta "del bando", e poi di S.Lazzaro, dall´omonimo ospizio per i lebbrosi che sorgeva nelle vicinanze.

Deviazione: A destra della porta San Giovanni parte Via del Rastrello al termine della quale (circa 150 metri) si trova porta Sant´Agnese (secolo XIII), che delle tre rimaste è quella che ha mantenuto più intatte le caratteristiche gotiche. Attualmente la Torre è sede del Museo della Città.

Passata porta San Giovanni si entra nell´omonimo borgo (a traffico limitato), caratterizzato dalla Chiesa risalente al 1338, e dai palazzi Bergamo-Pari ­ (XVI sec. ­ sede del fondaco del sale durante il dominio veneziano) e Palazzo Scarpa-Bonazza ­(XVII sec.), terminato il quale si arriva in Via Antonio Bon ( Km. 28.8).

Portogruaro: Piazza Dogana ­ 29.0 Km.
Attraversiamo Via Bon, servendoci del passaggio pedonale alla nostra destra, e imbocchiamo la ciclabile di Via Fondaco, sino a raggiungere Piazza Dogana in cui entriamo (zona a traffico limitato) per arrivare sulle rive del Lemene, in prossimità di un ponte che una volta attraversato ci permette di raggiungere la vicina Chiesa di Sant´Agnese.
L´edificio, costruito fuori dalla cerchia muraria, è databile alla prima metà del XIV sec. quando era annesso al monastero di benedettine. All´interno affreschi quattrocenteschi.
Lasciamo la Chiesa, attraversiamo la strada e giriamo a sinistra. Dopo pochi metri arriviamo al ponte sul Reghena, poco prima che si immetta nel Lemene.
Passato il fiume ci portiamo sul lato opposto della strada ( Km. 29.6 ) dove è presente un´ottima pista ciclabile, che costeggia la zona commerciale della città.

Portogruaro: Attraversamento Viale Venezia ­ 30.0 Km.
Percorriamo la ciclabile per circa 0.5 Km, riattraversiamo Viale Venezia e imbocchiamo la stradina asfalta che ci troviamo di fronte.
L´asfalto dopo pochi metri lascia il posto allo sterrato, terminato il quale inizia un tratturo che costeggia il Reghena (Km. 30.4).
Il tratturo corre circa 2 metri al di sotto dell´argine e quindi per vedere il fiume è necessario salire sull´argine. Al momento in cui abbiamo effettuato il percorso, l´argine era impraticabile per l´eccessiva presenza di erba molto alta.
Dopo circa 1 Km., il tratturo piega a sinistra (proseguendo dritti ci troveremo di fronte la ferrovia che ci impedisce di proseguire) e dopo aver superato una sbarra ( Km. 32.1) si arriva in Via Noiari, in prossimità di un agriturismo,dove giriamo a destra.

Summaga: Via Postumia ­ 34.8 Km.
Da Via Noiari iniziano dodici chilometri di strada asfaltata, priva di pista ciclabile, che ci portano a Cinto Caomaggiore.
Dopo aver percorso pochi metri la strada esegue una stranissima "U", per permetterci di attraversare, sotto un cavalcavia, la "Tangenziale di Portogruaro".
Oltrepassata la tangenziale, al termine della "U", teniamo sempre la destra per proseguire lungo Via Noiare sino ad arrivare ad incrociare Via Montecassino, dove svoltiamo a sinistra per raggiungere Piazzetta de Bortoli ( Km. 34.2).
In piazzetta de Bortoli si nota la Chiesa di Sant´Elisabetta (1603), passata la quale giriamo a destra per raggiungere l´Abbazia Benedettina. ( Km. 34.6) del XI secolo: la facciata originale è andata perduta, ma all´interno si possono vedere degli affreschi romanici della prima metà del 1200.
Lasciata l´Abbazia, giriamo a destra e raggiungiamo Via Postumia, l´antica via consolare romana fatta costruire nel 148 a.C. per scopi militari che congiungeva il porto di Aquileia con quello altrettanto importante di Genova.

Cinto Caomaggiore: Via Bonaldi ­ 40.7 Km.
Lasciata la Via Postumia, proseguiamo lungo Via Villa di Summaga e al primo bivio proseguiamo, a sinistra, per via Maute.
La strada non è particolarmente larga e quindi bisogna fare particolare attenzione.
Passato il cavalcavia dell´autostrada (35.6 Km.), la strada si inoltra nella campagna tipica del Veneto Orientale, caratterizzata da grandi distese e case rade.
La campagna è molto ordinata e in assenza di traffico ispira un grande senso di tranquillità.
Ai successivi due incroci (Via della Rota e Via Venezia) proseguiamo dritti, passando per le località di Fontana e san Biagio. Una volta arrivati all´incrocio con Via Zamper ( Loc. Costenaro Km. 39), giriamo a destra. Seguiamo la strada principale sino ad incrociare, a destra, Via Bonaldi che ci porta al centro Cinto Caomaggiore.
A circa metà di via Bonaldi, vicino ad alcune case, potete notare un vecchio lavatoio, precursore delle moderne lavatrici, importante anche perché rappresentava un punto di aggregazione sociale.

Fine: Cinto Caomaggiore ­ Parcheggio vicino alla Chiesa ­ Km. 44.0
Arrivati sulla strada provinciale n.251, giriamo a sinistra e dopo pochi metri ci ritroviamo al parcheggio, vicino alla Chiesa, da dove eravamo partiti.