Miranese

"CAPITELLI VOTIVI - EDICOLE VOTIVE"

- tra storia e religione -

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Il capitello votivo o edicola votiva è una struttura architettonica religiosa cristiana di piccole dimensioni che probabilmente deriva dall'antichissima usanza latina dei lares compitales.
Sin dal periodo arcaico venivano eretti degli altari dedicati ai "Lares compitales", divinità il cui compito era quello di sorvegliare e proteggere i confini dei campi e successivamente anche quello di accompagnare e tutelare il viandante e il contadino nel suo spostarsi sul territorio [4].
I lares compitale erano eretti nei crocicchi delle strade, detti compita appunto, dove le strade "competunt" ossia si incontrano [4].
In ambito cittadino questi altari, posti negli incroci di maggiore importanza, si trovavano a suddividere i diversi quartieri e, durante queste festività, vi si svolgevano cerimonie officiate dal Magister vici [4].

La costruzione dei capitelli poteva essere determinata come ex voto per uno scampato pericolo, come una carestia o una pestilenza, ma anche come strumento di aggregazione della comunità cristiana, che presso di esso si può unire in preghiera [1].
I luoghi ove più spesso si possono trovare questa forma di arte religiosa povera sono le zone di confine, gli incroci delle vie di comunicazione (tipica è la sostituzione, con l´avvento del cristianesimo, dei cippi o edicole sacre che limitavano le centurie romane, con capitelli votivi [2]), i valichi montani oppure in posti dove la tradizione popolare individuava una motivazione religiosa alla costruzione [1].
Nelle campagne venete non è difficile trovare un capitello eretto dove i contadini costruivano delle croci che venivano poi benedette in occasione di preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni. [1].
Nelle zone montane sono molto più diffusi i Crocefissi lignei pur non mancando i capitelli, di solito costruiti da privati cittadini o singole famiglie, eretti nei villaggi o agli incroci delle strade [3].
Crocefissi, le edicole, i capitelli votivi rappresentano sempre le espressioni collettive e soggettive di una comunità e di una cultura, avendo uno stretto legame con il territorio, poiché esiste una forte relazione tra simbolo sacro e percorso, tra religiosità privata e paesaggio rurale [3].
Particolarmente numerosi sono i capitelli dedicati alla Madonna e nei luoghi, ove la religiosità è ancora molto radicata, nel mese di Maggio, sono luogo di preghiera per il rosario.
I Crocefissi, le edicole, i capitelli votivi, spesso classificati come costruzioni religiose"minori" (eretti quasi sempre con materiali poveri), architettura spontanea, popolare, rientrano a pieno titolo tra le opere significative per la conoscenza della storia del passato, in quanto fanno parte di un bagaglio culturale, di una coscienza collettiva, di una tradizione popolare [3].
In Lombardia è comunemente chiamato "Santella", in Toscana "Tabernacolo", in Veneto é denominato "Càpiteo"[1].

Fonti & citazioni
Le nozioni storiche sopra riporte sono tratte da:

•[1] Tratto da : www.wikipedia.org
•[2] Tratto da : www.parcopartecipato.it "Il graticolato Romano"
•[3] Tratto da : www.galaltobellunese.com "Capitelli, edicole e crocifissi"
•[4] Tratto da : www.romasotterranea.it "Ara di Mercurio"



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