Premessa.
Presentazione.
Un pò di storia
Curiosità lungo il percorso
-- Castelvecchio
-- Castelnuovo
-- Quel che resta del Castelnuovo
-- Chiesa di San Girolamo.
-- Duomo di San Lorenzo.
-- La Scoleta.
-- Teatro Balbi.
Curiosità storiche.
Il fiume Marzenego e l´Osellino.
La Fossa Gradeniga - Canal Salso.
Caratteristiche del Percorso
Descrizione del Percorso
Premessa.
Mestre, porta d´ingresso a Venezia, la cui storia è stata cancellata in nome del progresso. Questo breve itinerario vuole riscoprire quel poco che rimane delle antiche vestigia di una città, la terza pi� popolosa del Veneto, nel cui gonfalone compare la scritta "Sempre Fedele", assegnatole dalla Serenissima, a testimoniare come Mestre si sia sempre posta a baluardo per la sua difesa.
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Presentazione.
Per recuperare qualche notizia sulla storia di Mestre abbiamo dovuto fare un grosso lavoro di ricerca, fatto di piccoli pezzi che messi assieme hanno permesso di scoprire i "tesori di Mestre" ancora rimasti.
È doveroso quindi elencare le fonti da cui abbiamo attinto le notizie:
- Sergio Barizza: (youtube) "La storia di Mestre", Convegni presso il Laurentianun di Mestre (11 e 18 maggio 2017) per conto dell´associazione Mestre Mia.
- Paola Sfameni:(youtube) "Itinerario Storico nel Castelnuovo" del 30/09/2017.
- Giovanni Canavese:(youtube) "Mestre com´è e com´era" agosto 2015.
- Claudio Pasqual: "Breve storia delle acque di Mestre, in occasione del Marzenego scoperchiato". Luglio 2012
Il resto è ricerca in biblioteca.
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Un pò di storia.
L´origine della città rimane incerta, anche se qualche leggenda la lega a Mesthle, seguace di Antenero (fuggiasco di Troia) da cui sembra discendere il popolo Veneto. Il toponimo, probabilmente deriva dal nome di personale romano "Mestero Mestrius" che abitava la zona o più semplicemente dal nome di un corso d´acqua dove era sorto il primo nucleo.
Sembra plausibile che il primo insediamento romano non fosse altro che un posto di cambio dei cavilli, lungo la via Annia, che portava ad Altino e Aquileia.
Sembra certa la presenza di "castrum", noto più avanti come
Castelvecchio
In epoca romana la zona era prevalentemente una palude caratterizzata da fitte foreste di cui il bosco di Carpenedo ne è testimonianza.
Il primo documento che cita Mestre risale al 994, dove il futuro Imperatore del Sacro Romano Impero, Ottone III, con atto di donazione ringrazia i conti di Collalto per i servigi offerti.
In epoca medioevale Mestre è zona di confine tra il Ducato di Venezia e il Sacro Romano Impero e con il suo porto (di Cavergnago), posto alla foce naturale di quello che conosciamo come
Fiume Marzenego, divenne punto importantissimo per o smistamento delle merci verso Venezia.
Mestre come tutto il territorio circostante subì catastrofiche conseguenze dalle invasioni barbariche e in modo particolare da quelle degli unni di Attila e degli Ungari.
Nel 1152 Mestre, con il porto e il castello (Castelvecchio), passa sotto il controllo del Vescovo di Treviso (bolla di Papa Eugenio III) e quasi un secolo dopo (1237) è devastata dalle truppe di Ezzelino III da Romano che la occup�, dal 1245 al 1250.
Castelvecchio sar� poi distrutto nel 1274 da un devastante incendio.
Nel 1323, Mestre, così come Treviso passa sotto il controllo della signoria di Verona (Cangrande della Scala). Tra il 1337 e il 1338 il borgo di Mestre passa sotto il dominio di Venezia che con Andrea Morosini conquista Castelvecchio, con formale assegnazione da parte dell´Imperatore Ludovico IV il Bavaro al Doge Francesco Dandolo.
Venezia invia a Mestre un "Podestà", affiancato poi da un "Capitano"(magistrato con funzioni militari),dipendente dalla rettoria di Treviso, anch´essa sottomessa alla Serenissima.(¹)
(¹)(Bibliografia: "I podestà di Mestre dal 1338 al 1797" di Emiliano Balistreri).
Ritenuta Mestre strategica per la sua sopravvivenza, Venezia, nel 1400, scava la
"Fossa Gradeniga" (Canal Salso), la cui importanza aumenta quando il corso del Fiume Marzenego viene deviato verso Altino (deviazione che oggi è nota come Osellino) rendendolo impraticabile alla navigabile.
Nel 1337, i veneziani abbandonano Castelvecchio perchè soggetto a periodiche alluvioni e iniziano a costruire il
Castelnuovo (abbattuto nel 1700), le cui mura non saranno mai terminate per mancanza di fondi.
Nella metà del 1400, al rettore è affiancato un "Consiglio di cittadini" che si insedia nella
Provvederia.
Dopo la sconfitta di
Agnadello, 14 maggio 1509,〈 Guerra di Cambrai 1508 - 1516〉, il Castello di Mestre diviene il baluardo per la difesa di Venezia e Treviso.
Nel 1513 Mestre fu occupata e saccheggiata dagli Spagnoli e dai Tedeschi ed è in quest´occasione, che a fronte della strenua resistenza, fu onorata del titolo di "Mestre Fedelissima", che compare nel gonfalone cittadino.
Con la caduta della Serenissima, a causa del Bonaparte, Mestre diviene "Comune" all´interno del mandamento del Tagliamento.
Alla caduta del Bonaparte (1814), Mestre, come Venezia, passa sotto il dominio Asburgico che nel 1842 inaugura il ponte ferroviario che collega le due località.
Sei anni dopo, mentre i Veneziani guidati da Daniele Manin proclamavano la "Repubblica di San Marco", i mestrini assaltano e occupano
Forte Marghera (22 marzo 1848) riconquistato dagli austriaci il 18 giugno 1848.
Il 27 ottobre 1848 gli insorti liberano, anche se per poche ore, la città, evento passato alla storia come la "Sortita di Forte Marghera" a ricordo della quale, il 4 aprile 1886, fu inaugurata una
colonna commemorativa, posta in Piazza XXVII Ottobre, nota ai mestrini come "Piazza Barche".
Nel 1886 Mestre è ancora un piccolo centro, con i vicini boschi di Chirignago 〈 bosco di querce "numerate" e gestito dal comune, distrutto durante la 1ˆ guerra mondiale per la grande richiesta di legno 〉 e di Favaro.
Nel 1917 a sud di Mestre nasce il polo industriale di Marghera che segnerà profondamente la sua storia. Nel 1926 il "Comune" viene
sciolto e incorporato in quello di Venezia.
Nel 1933, il ponte ferroviario è affiancato dal "ponte del Littorio", ora della Libertà e sempre nello stesso anno viene realizzato il Corso Principe di Piemonte conosciuto ora come Corso del Popolo.
Nel dopoguerra, sulla spinta dello sviluppo del polo industriale, Mestre subisce l´assalto dei nuovi barbari che in nome del progresso devastano la parte storica per far spazio a nuove e "moderne" costruzioni.
La difficile riqualificazione della città passa anche attraverso la recente apertura del
Museo M9, dedicato alla storia del ´900, anche se, Mestre, nell´immaginario collettivo rimane sempre un posto di transito da e per Venezia.
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Curiosità lungo il percorso:
Villa Querini � Via Circonvallazione
Tipica
villa veneta eretta sulla fine del 1600 sulle rive del ramo sud del Marzenego.
L´edificio è di proprietà della Città Metropolitana di Venezia e sede di uffici comunali mentre il parco è stato adibito a giardino pubblico.
Villa Erizzo � Piazzale Sicilia
In piazzale Sicilia, ex Regina Margherita, era posto il
foro boario (mercato dei bovini).
Villa Erizzo, che domina la piazza, fu costruita sulla fine del XVII sec..
Originariamente, a fianco delle torrette c´erano delle terrazze, eliminate nel 1937 dal Conte Volpi di Misurata. L´aumento di volume abitativo fu necessario poiché il Volpi ne fece sede dalla società Cellina consociata della SADE.
All´interno affreschi molto belli, vedibili poiché sede della biblioteca comunale.
Sul retro c´era un bellissimo parco con un centinaio di statue (ne rimangono tre) esistente sino al 1919, poi distrutto per far posto alla lottizzazione di Mestre.
Castelvecchio
Sorto probabilmente su di un esistente "Castrum romano", è sicuramente il primo nucleo di Mestre, eretto sull´area dell´ex ospedale
Umberto I.(²)
Castelvecchio, postazione militare non fortificata, come linea difensiva aveva un fossato, la cui presenza è testimoniata da quel che resta del "ponte di Castelvecchio" � 1300 circa � visibile dai giardini di Via Einaudi.
L´esistenza del castello è avvalorata da una bolla pontificia di Papa Eugenio III 〈3 maggio 1152〉 con la quale veniva riconosciuta, al vescovo di Treviso la proprietà del castello e delle aree circostanti.
(²)(Bibliografia: "Ricerca su Mestre Medioevale" di Wladimiro Dorigo).
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Castelnuovo
Castelnuovo costituisce il cuore della Mestre attuale, aveva la forma di �scudo� e le sue mura correvano, grossomodo, lungo le attuali Via Spalti, Via Caneve, Via Torre Belfredo e Via Pio X.
Fu costruito dai veneziani dopo la conquista del territorio attorno al 1337, dove già esistevano delle torri difensive fatte erigere da famiglie signorili (vedi
Torre dell´Orologio).
Il castello era costituito da numerose torri e torrini (il numero esatto non è mai stato definito poiché fonti storiche parlano di undici manufatti mentre altri ne indicano diciassette.)
Dove ora sorge la
Provvederia c´era il Mastio, di fronte al quale sorgeva il Palazzo del "rettore".
Tre erano le vie d´accesso, con le relative torri, chiamate anche "torri daziarie" (punti in cui si dovevano pagare i tributi per le merci in transito):
- la Porta Altino o dei Molini, ad est,
- la Porta Belfredo, ad ovest,
- la Porta di Borgo o della Loza 〈"della loggia"〉 ora dell´Orologio.
Il Castello sarà uno dei fortilizi principali per la difesa di Venezia sino al 1700, quando le sue mura furono definitivamente smantellate.
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Quel che rimane del Castelnuovo
Del castello non rimane quasi nulla se non:
La
Torre dell´Orologio: È l´unica torre rimasta integra dell´antico Castelnuovo, costruita dai Collalto attorno al 1100, e ne cstituiva l´ingresso sud.
Alla fine del cinquecento fu installato l´orologio lato
Via Palazzo mentre quello verso Piazza Ferretto risale al secolo successivo. La torre è stata assunta a simbolo della città.
Torre Moza: Posta in Via Splati è stata trasformata in residenza privata.
Torresino dei giardini di Via Torre Belfredo: trasformata in residenza privata è caratterizzata da un brevissimo tratto di mura. Resto di un torrino adiacente a
torrino adiacente a "porta Altinate", ex parco di Villa Ponci.
Anche se non più esistente va´ citata la
Torre Belfredo, posta sull´omonima via, costituiva l´ingresso al castello per chi giungeva da Treviso.
La torre fu abbattuta nel 1876 per allargare la strada, ma verosimilmente perché i proprietari non avevano intenzione di continuare a pagare le tasse su un manufatto che non portava profitti, cosa questa che ha caratterizzato anche numerose ville della riviera del Brenta, come
Villa Valmarana.
Dove sorgeva la torre, ora ci sono dei
mattoni rossi che ne indicano l´originaria posizione come pure in Via Caneve, dove indicano la posizione di
Porta Vituria-Altinate.
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Ponte della Campana
Posto sul "Rio delle Muneghe" (vedi Marzenego), costituisce una delle porte d´ingresso Piazza Ferretto.
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Chiesa di San Girolamo
La
Chiesa
è uno dei manufatti più antichi di Mestre, le cui origini sono fatte risalire al 1200, anche se dell´edificio originale rimane ben poco.
La parte più antica è sicuramente l´abside dove, è custodito il Cristo crocefisso di legno, probabilmente della fine del 1400, cui è legata la leggenda dei pescatori che, trovatolo nel rio San Girolamo, volevano portarlo nella Chiesa Maggiore (Duomo di San Lorenzo) senza però riuscirvi.
Il crocefisso si "mosse" solo quando decisero di portarlo nella Chiesa di San Girolamo.
Il vicino campanile risale al 1400.
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Duomo di San Lorenzo � Piazza Ferretto
La sua prima edificazione è fatta risalire all´Alto Medioevo.
La
facciata dell´edificio è in stile neoclassico, a un´unica navata.
L´altare maggiore, che proviene dall´ex Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sopra il quale c´è una bellissima tela datata 1593.
Nella sagrestia è conservata la "Madonna del Don", trovata nel 1943 dagli Alpini durante la Campagna di Russia.
Nel vicino campanile si trova la "Campana Borromea" donata nel 1513 da San Carlo Borromeo in visita alla città.
Il Duomo era circondato dal "Cemeterio" i cui resti si possono vedere nel giardino lato nord.
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Scoleta.
A fianco del duomo di San Lorenzo e di fronte al Marzenego sorge l´unica costruzione medioevale presente in città nota come "
scoletta ", probabilmente della fine del 1200 e ora sede del Laurentianun, con la
scala esterna del 1400, quasi unica nel suo genere perché coperta.
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Ex Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Situata in Via Poerio, è una chiesa sconsacrata nel 1806, ora una delle entrate secondarie del Museo M9.
Dal 1500 fu sede del Convento delle suore Benedettine, abbandonato con l´avvento di Napoleone, fu in seguito rimaneggiato a distretto militare e recentemente costituisce uno degli ingressi del museo M9.
Un tempo custodiva un´immagine della Madonna che ora si trova nella Chiesa di san Rocco in Via Manin.
Chiesa di San Rocco
Sorge in via Manin e contiene il bassorilievo dell´immagine della Madonna delle Grazie (precedentemente presente nella Chiesa Maria delle Grazie), portato via dalle suore quando gli editti napoleonici le costrinsero a lasciare il convento.
Il bassorilievo fu restituito a Mestre e posto nella
Chiesa di San Rocco, con grande cerimonia religiosa nella prima metà tra il 1835-1840.
Piazzetta Matter, dopo il ponte delle Erbe
Chiamata anticamente piazza "dei Porci", e in seguito (metà del 1700) "della legna", poiché vi si vendeva il legname recuperato 〈solo su autorizzazione〉 dal bosco di Carpenedo e che poteva essere comprata solo dalla povera gente.
Teatro Balbi.
Il teatro fu eretto nel 1778 su progetto di Gian Antonio Selva 〈direttore del teatro la Fenice〉, sorgeva nelle vicinanze dell´hotel Venezia 〈di fronte Palazzo le Barche〉 fu abbattuto nel 1812 su richiesta dei proprietari 〈N.F. Balbi〉 causa la non rendita del fabbricato.
L´autorizzazione all´abbattimento prevedeva la conservazione dell´avancorpo poiché facilmente trasformabile in abitazioni.
Quella che era la facciata del teatro, si può notare entrando nella Galleria Teatro Vecchio. Il teatro Baldi era considerato anche più bello di quello della Fenice.
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La fabbrica del cioccolato.
Fino al 1960 al posto dell´edificio delle Barche, prima COIN, sorgeva lo
Stabilimento Taboga, di proprietà dei Ticozzi, con tanto di ciminiera, dove si lavorava il cioccolato.
Nel 1848 la fabbrica fu spostata temporaneamente a Scaltenigo, dove i proprietari possedevano una villa, per evitare i disordini dei moti rivoluzionari.
Vicino alla fabbrica, sulle rive del Marzenego, c´era un lavatoio.
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Curiosità storiche.
Riviera XX Settembre: chiamata così perché prima della seconda guerra c´era un corso d´acqua sulle cui sponde vi erano le ville dei ricchi mestrini tra cui i Picozzi.
1883 - È inaugurato Viale Garibaldi dal sindaco Napoleone Picozzi che aveva l´ambizione di copiare i grandi viali di Parigi di cui si era innamorato.
1891 � Inaugurato il tram trainato da cavalli.
1904 � Il tram a cavalli è trasformato a trazione elettrica. 〈Prima città
del Veneto〉. Il tram, che passava per la stazione ferroviaria, arrivava a San Giuliano, sede canottieri Mestre, da dove partivano i battelli per Venezia.
1906 - Ad opera di privati e ricchi cittadini di Mestre, viene aperto l´Ospedale Umberto I.
1912 - Mestre ha il suo acquedotto. L´acqua è prelevata dal fiume Sile vicino a Quinto di Treviso.
1913 - È costruita la Galleria Vittorio Emanuele, ora
Galleria Matteotti, per opera dei Toniolo e simbolo del sentirsi città con il vicino omonimo teatro.
1915 - È inaugurato il
Teatro Excelsior, edificio espressione dello stile liberty con decorazioni eseguite dal maestro fonditore Belletto, su progetto dell´architetto Rossato.
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Il fiume Marzenego e l´Osellino.
Il fiume assume questo nome solo dopo aver attraversato Resana(TV).
È un fiume di pianura dal corso "lento" che però non ha evitato disastrose alluvioni.
Poco prima di entrare in Mestre il fiume si divide in due rami: uno scorre a nord, chiamato "Rio delle Beccarie" mentre l´altro scorre a sud ed è noto come "
Rio delle Muneghe".
Il Rio delle Beccarie passa in prossimità della torre dell´orologio.
Il Rio delle Muneghe, riportato all´aperto di recente, è la prosecuzione del tratto interrato che scorre sotto Via Riviera XX Settembre 〈chiamata così perché prima della seconda guerra mondiale sulle
sue sponde vi erano le ville dei ricchi mestrini sue sponde vi erano le ville dei ricchi mestrini tra cui i Picozzi〉, e deve il suo nome alla presenza dell´;ex monastero femminile di Santa Maria delle Grazie.
Il rio delle Muneghe potrebbe essere l´antico alveo del Muson, prima che quest´ ultimo fosse deviato sulla Brenta con il Taglio Nuovissimo a Mirano.
I due rami si riuniscono poco più a est, nel rio Osellino, canale artificiale fatto scavare dai veneziani, all´inizio del Cinquecento, per allontanare la foce del Marzenego, fonte di "malaria", ritenuta troppo vicina all´abitato.
Il corso del canale, prima tortuoso, fu "rettificato" nel 1781 e poco prima di arrivare in laguna deviato per farlo sfociare più a nord, dove ora c´è l´aeroporto.
Lungo il suo corso c´erano, probabilmente, due porti di una certa importanza: uno posto all´altezza del ponte della campana e l´altro, comunemente indicato come "porto di Cavergnago", più vicino alla laguna, e quindi il Marzenego fu importante via commerciale da e per Venezia almeno fino allo scavo della "
Fossa Gradeniga
" 〈
Canal Salso〉 che ne determinò l´oblio.
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La Fossa Gradeniga - Canal Salso�
Fatto scavare dai veneziani subito dopo la conquista della terraferma ed ultimato nel 1361.
Di forma tipicamente rettilinea, la "
Fossa Gradeniga" collegava la laguna al centro di Mestre arrivando al "porto delle barche"ai piedi della
colonna della "sortita", inaugurata il 04 aprile 1886.
Il canale rappresentò per molto tempo la principale via di comunicazione tra Venezia e la terraferma, facendo di Mestre un importante punto commerciale divenendo, di fatto, il nuovo cuore del borgo come testimonia la costruzione del
teatro Baldi aperto nel 1778.
Sulle sponde del canal Salso sorsero importanti manifatture industriali come la
fabbrica di scope Krul, ora sede di uffici comunali, o quella di
oli minerali Matter, ora sede della Camera di Commercio.
Nei primi anni del 1900, a servizio dei magazzini del cotone 〈
zona della Carbonifera〉 fu scavata la darsena.
Tra il 1932 e il 1933 parte del Canal Salso, partendo dal "porto", fu interrato dando cosÌ vita a piazza XXVII Ottobre 〈ma che per i Mestrini rimane sempre Piazza barche〉 trasformata poi in svincolo stradale per collegare Via Principe di Piemonte 〈Corso del Popolo〉 al cuore della città, Piazza Umberto I ora Ferretto.
Il parziale interramento e il costruendo Porto Industriale di Marghera, segnano l´nizio del declino per il Canal Salso.
Prima di sfociare in laguna il Canal Salso si divide in due rami che "avvolgono"
Forte Marghera.
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Caratteristiche del Percorso
Il 45% del percorso si svolge su asfalto mentre la parte restante è rappresentata da tratti sterrati 〈13.9 %〉 e tratturi 〈15.4%%〉 che non presentano particolari difficoltà mentre le piste ciclabili so pari al 25.6%
Questo percorso presneta due tratti molto pericolosi; ilprimo che da pazza XXVII Ottobre porta i Via Forte Marghera, il secondo che da Tessera porta a Carpenedo, entrambi molto trafficati e privi di pista ciclabile.
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Data | 10 giugno 2018 - 06 gennaio 2019 |
Partenza - Arrivo | Mestre: Parcheggio Candiani |
Lunghezza | 25.1 Km |
Tempo percorrenza | 1 h e 40´ |
Difficoltà | Facile |
Velocità media | 15 Km/h |
Dislivello: salita | 0.0 mt. |
Bicicletta consigliata | MTB |
Strada asfalta | 45.1% - 11.3 Km. |
Pista Ciclabile | 25.6% - 6.4 Km.. |
Sterrato | 13.9% - 3.5 Km. |
Tratturo | 15.4% - 3.9 Km. |
Foto: Da Villa Querini a Piazza Ferretto
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